Vincenzo Barra
Nacque ad Avellino il 23 ottobre 1915 da Francesco, vice prefetto, e da Maria Montuori. Laureatosi in Giurisprudenza e in Scienze politiche, il suo percorso umano e professionale fu però travolto dalla seconda guerra mondiale. Nominato sottotenente di fanteria il 9 ottobre 1942 in forze al 18° reggimento della divisione “Acqui” di stanza a Corfù, riuscì fortunosamente a scampare agli eccidi operati dai tedeschi a Cefalonia e Corfù dopo l’8 settembre del 1943. Fu però catturato il 26 settembre e trascorse diciannove mesi di durissima prigionia in vari campi di concentramento, sempre rifiutando di aderire alla Repubblica Sociale. Fu proprio nel campo di concentramento di Witzendorf, l’Oflag 83, che gli anglo-americani lo liberarono insieme ai compagni, il 16 aprile 1945.
Rientrato ad Avellino, intraprese immediatamente l’attività forense e quella politica, affermandosi come avvocato amministrativista e contribuendo alla fondazione della Democrazia cristiana in Irpinia. Dirigente e poi segretario provinciale della Dc nel 1951-52, dopo aver vinto le prime elezioni provinciali del dopoguerra, divenne il primo presidente dell’Amministrazione provinciale, dal 5 luglio 1952 al 6 agosto 1961.
Fu inoltre presidente dell’Ospedale civile di Avellino dal 1962 al 1964 e vice presidente dell’Ente per l’irrigazione e lo sviluppo fondiario di Puglia, Basilicata e Campania, dal 1966 al 1971.
Candidato alla Camera nel 1963 nel collegio Benevento-Avellino-Salerno, non risultò eletto. Il congresso provinciale della Dc del 1964 lo designò poi per la seconda volta segretario, mentre alle elezioni politiche del 1968 risultò primo dei non eletti. Entrò quindi in Senato il 7 agosto 1970 subentrando al rappresentante del collegio di Caserta. Fu rieletto a Palazzo Madama alle elezioni del 7 maggio 1972 risultando uno dei senatori democristiani della Campania eletti con maggiore suffragio. Fu membro delle commissioni Sanità, Affari costituzionali e Regolamento del Senato.
Nel 1976, ritenendo terminato il suo compito da parlamentare, decise di non riproporre la propria candidatura al Senato e concluse la sua carriera politica al Comitato regionale di controllo di Napoli, che presiedette dal 1977 al 1984.
Morì ad Avellino il 17 gennaio 1992.
Vincenzo Barra