Raffaele Aversa
Nacque a Labico (Roma) il 2 settembre 1906, da Alfonso, atripaldese, comandante della locale stazione dei carabinieri, e da Mariangela Aquino. Si arruolò nell’Arma dei carabinieri il 10 dicembre 1924 nella Legione di Roma, fu promosso carabiniere nel 1925 e vicebrigadiere nel 1926, poi entrò nell’Accademia Militare di Modena dove divenne ufficiale il 14 ottobre 1930, fu nominato sottotenente il 2 settembre 1932 e destinato alla Scuola Carabinieri di Firenze. Iniziò allora una serie di spostamenti che lo portarono ad Alessandria, a Egna (BZ) e poi a Bolzano; nel mese di ottobre 1934 ottenne la promozione a tenente; nel 1935 venne trasferito a Villanova d’Asti, ad agosto partì per l’Eritrea. Rientrato in Italia nel 1937, fu assegnato alla tenenza di Savona; subito dopo, a novembre, si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Si sposò con Liana Melley, da cui ebbe una figlia.
Dopo altri spostamenti in Italia, nel 1942 partì per la Russia con il Corpo di spedizione; rientrò in Italia il 23 marzo 1943 e venne assegnato come comandante alla compagnia Roma Tribunali.
Il 25 luglio 1943, assieme al capitano Paolo Vigneri, fu designato per procedere all’arresto di Mussolini; l’8 settembre, mentre Vigneri ritenne opportuno lasciare il servizio, A. rimase al suo posto, collaborando a costituire nuclei di opposizione e a ricostituire la rete dei reparti. All’inizio di novembre A. venne in contatto con il colonnello Cordero Lanza di Montezemolo e iniziò il periodo di collaborazione più stretta con quella componente della resistenza romana: si dedicò a organizzare il Fronte clandestino di Resistenza dei Carabinieri, sotto la guida del gen. Filippo Caruso, con il compito di fornire informazioni militari e politiche, svolgere una funzione consultiva circa la raccolta, l’organizzazione, l’inquadramento e i compiti degli altri carabinieri; svilupparono progetti per l’occupazione di determinati obiettivi da parte delle forze dell’Arma, per preparare atti di sabotaggio.
Il 23 gennaio 1944 A. venne arrestato dalla polizia tedesca, rinchiuso nel carcere di via Tasso e sottoposto a torture; fu ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.
Giovanna Tosatti