Il futuro dell’Irpinia: ricerca e internazionalizzazione – Immagini e report

Il Seminario “Il futuro dell’Irpinia: ricerca e internazionalizzazione”, organizzato e diretto da Luigi Fiorentino, vice presidente del Centro Dorso, si è svolto venerdì 19 giugno nella Sala consiliare del Comune di Avellino e ha visto la partecipazione di ventidue relatori, due dei quali sono intervenuti in audioconferenza dal Lussemburgo e da Montreal.
Il Seminario rientra nell’ambito della ricerca “Rapporto Irpinia. Idee e proposte per il futuro dell’Irpinia”, che – per dirla con le parole del suo ideatore, Luigi Fiorentino – si propone di delineare le direttrici dello sviluppo possibile per l’Irpinia che la politica dovrà poi realizzare.
Dopo i saluti iniziali del presidente, professor Sabino Cassese, dell’assessore Nunzio Cignarella, del presidente della Camera di Commercio, Costantino Capone e del presidente della Provincia, Domenico Gambacorta, il Seminario si è sviluppato in tre parti. La prima, dedicata alle realtà irpine già attive sul territorio; la seconda, ad esperienze realizzate in altre zone; la terza, alle istituzioni presenti sul territorio. Il dibattito è stato condotto con grande competenza e abilità dal professor Alberto Di Minin, della scuola Sant’Anna di Pisa.

Nella prima parte c’è stata un’interessante ricognizione dell’esistente: Altergon, EMA, Biogem, Don Gnocchi, Donnachiara. Vanno bene le aziende che producono per l’export (Altergon, Donnachiara) o che hanno rapporti proficui con l’Università (Don Gnocchi). Tra i fattori critici evidenziati: scarsa capacità delle piccole aziende agricole a fare fronte comune, necessità di creare la banda larga per permettere collegamenti con l’estero e di dotare la PA (che comunque va snellita) di tecnici capaci di ottenere finanziamenti europei, che spesso restano inutilizzati per carenze nelle domande d’accesso.
Le esperienze positive riguardano Pisa, Genova, Bergamo e Foggia. Tutte le iniziative presentate hanno goduto di fondi europei e di opportune sinergie con altre aziende, insomma sono riuscite a fare rete e a far conoscere all’estero le loro innovazioni.
Per quanto riguarda le istituzioni, la professoressa Del Tufo ha citato la “Scuola di alti studi politici” di Nusco per la formazione della classe dirigente, creata in sinergia col Suor Orsola Benincasa, ed ha affermato la necessità di organizzare, come in Francia e Germania, dei tour che coniughino turismo e prodotti enogastronomici.
Anche Maria Concetta Ambra ha sottolineato l’inerzia della Regione rispetto alle imprese agricole.
In conclusione ha parlato il presidente del Cnr, Luigi Nicolais, che ha insistito sulla necessità di re-industrializzare il Paese per creare lavoro.
Infine, la senatrice Maria Chiara Carrozza ha auspicato la nascita di un’alleanza virtuosa tra amministratori e giovani che vanno “convinti” a restare in Irpinia, a dedicare parte del loro tempo per creare valore “qua”, senza escludere esperienze all’estero per arricchire le proprie competenze. L’innovazione sul territorio deve essere finalizzata all’internazionalizzazione.