Gaetano Vardaro
Nacque a Montefalcione il 2 luglio 1949 da Libero, segretario comunale, e Giovanna Tomasone, casalinga.
Conseguì il diploma di liceo classico ad Avellino nel 1968, per poi compiere gli studi in Giurisprudenza a Napoli. V. si laureò nel 1973. Proseguì nelle sue ricerche in diritto del lavoro, prima come studente della Scuola di specializzazione in Diritto del lavoro e sindacale a Roma, poi, dal 1975, sempre nella capitale, come vincitore del concorso di un contratto di ricerca. Dopo circa un anno riuscì ad ottenere il trasferimento all’Università di Salerno. In quel periodo conobbe Anna Rita Marchitiello, che sarebbe diventata sua moglie nel febbraio 1982.
Nel 1977 V. conobbe il padre dello Statuto dei lavoratori, Gino Giugni. Tra i due nacque un duraturo e intenso rapporto. Nel 1981 V. diventò ricercatore presso l’ateneo di Salerno.
Assieme a una sempre più intensa attività accademica, V. mantenne un costante impegno pubblico nella sua Avellino. Sin da giovane militò nel Psiup, fino a confluire nel 1972 nel Partito comunista. A metà degli anni Settanta diventò il principale animatore dell’Arci avellinese, dando vita a una irripetibile stagione di iniziative culturali, che andavano dalla musica, con la rassegna “Musica incontro”, al cinema e al teatro, e che avrebbero aperto il capoluogo irpino a nomi di rilevanza internazionale.
Nel settembre del 1982 nacque l’unico figlio di V., Libero. Dal 1983 V. fu docente a contratto presso l’Università di Urbino e dal 1984 tornò in pianta stabile a collaborare con “La Sapienza”. Nel 1986 vinse il concorso a cattedra per professore ordinario, incarico quest’ultimo che assunse presso l’Università Navale di Napoli. In quegli anni sviluppò un peculiare interesse per le origini del moderno diritto del lavoro nella Germania di Weimar, individuate da V. nell’elaborazione di una generazione di giuslavoristi che, con l’avvento del nazismo, era stata costretta a emigrare negli Stati Uniti. Quasi a seguire le loro orme, V. nell’estate del 1988 ebbe la possibilità di un periodo di studio ad Harvard, come visiting professor. V. tornò dall’esperienza a stelle e strisce pieno di stimoli e idee. Un entusiasmo che si sarebbe tragicamente interrotto il 25 ottobre 1988, con un gesto estremo che spezzò la sua intensa esistenza.
Mario De Prospo