Ferdinando Cianciulli
Nacque a Montella il 14 aprile 1881. Maturò giovanissimo ideali di avanzato progresso sociale e politico, e nel 1897 s’iscrisse al Partito socialista italiano, del quale divenne in Irpinia il maggiore esponente. Nel 1901 costituì con Remigio Pagnotta la sezione avellinese del partito e promosse, sia pure con modesti risultati, la fondazione di sezioni anche in altri centri della provincia. Schierato in campo nazionale con l’ala massimalista del partito, strinse amicizia con Bordiga e svolse propaganda antimilitarista, opponendosi all’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, alla quale comunque partecipò come semplice combattente.
Il dopoguerra segnò un consistente rilancio della presenza socialista in Irpinia. Leghe contadine furono infatti fondate a Solofra, a Lacedonia e a Rocchetta. Nell’àmbito del mondo operaio, sorsero ad Altavilla la Camera del lavoro, forte di 800 iscritti, e a Solofra la Lega pellettieri, con 1.500 aderenti, mentre progredì con successo la penetrazione tra i ferrovieri. Nel giugno del 1921 si costituì ad Avellino il “Circolo di cultura proletaria”, cui aderirono studenti, operai, ferrovieri, postelegrafonici, e che ebbe un notevole ruolo nel rilancio della presenza socialista. Sezioni socialiste si formarono a Solofra, Ariano, Mirabella, Bonito, Atripalda, Luogosano, Calitri, Bisaccia, Lacedonia e Calabritto. Ma soprattutto risultò importante la creazione della federazione del partito, costituita a Montella il 17-18 luglio 1920 a iniziativa di C., in quello che risultò essere il 1° Congresso provinciale socialista.
I risultati ottenuti dalla paziente e caparbia opera propagandistica, organizzativa e politica di C. furono confermati dalle elezioni politiche del 1921, che videro per la prima volta la presenza di una lista socialista, capeggiata dallo stesso C.
Un colpo gravissimo allo sviluppo del socialismo irpino fu però arrecato dalla scissione comunista al Congresso di Livorno (1921), che privò il partito dei dirigenti e dei militanti più giovani ed attivi, e soprattutto dall’improvvisa scomparsa di C., che, vittima di una torbida trama paesana da lui denunciata, fu assassinato a Montella la sera del 22 febbraio 1922.
Vincenzo Barra