Vincenzo Cannaviello

Nacque ad Avellino il 3 aprile 1869 da Raffaele, venditore di panni, e Teresa Carini. Crebbe in una famiglia poco agiata e fu primogenito maschio e secondo di otto figli, alcuni dei quali emigrarono negli Stati Uniti.
Frequentò le scuole nel capoluogo irpino e iscrittosi al liceo classico “Pietro Colletta”, dove si distinse subito per impegno e attitudine allo studio, si diplomò nel 1889. Trasferitosi a Napoli si iscrisse alla facoltà di Lettere classiche e si laureò il 22 novembre 1893. A partire dallo stesso anno prese servizio presso il “Colletta” di Avellino.
Nel 1905, a trentasei anni, sposò a Pavia Gina Capsoni (1872-1955), insegnante di materie letterarie nelle scuole.
Sin da ragazzo portò avanti un’intensa attività di conferenziere e pubblicista, dedicandosi con passione allo studio della storia e dei protagonisti del Risorgimento in Irpinia. Pubblicò studi minuziosi e documentati sui moti risorgimentali e sulle figure dei patrioti irpini Lorenzo De Concilij, Gregorio Mancini, Michele Morelli e Giuseppe Silvati.
Per qualche anno fu attivo politicamente in prima persona, sebbene negli anni a cavallo fra i due conflitti mondiali il suo atteggiamento politico si facesse più neutrale e distaccato, e la mancata adesione al fascismo lo costringesse ad un isolamento dall’attività pubblica. Di impronta liberale, non si iscrisse mai al Pnf e, pur non avendo ricevuto particolari pressioni o fastidi dal regime, nel 1934 presentò anticipatamente la domanda di collocamento a riposo.
Nel 1945 diede alle stampe una testimonianza dal titolo Avellino e l’Irpinia nella tragedia del 1943-44 (poi ripubblicata nel ’54 con diverse aggiunte), dove in forma quasi diaristica raccontava l’esperienza dei bombardamenti, l’occupazione tedesca e la liberazione nel contesto della città e della provincia di Avellino.
Morì ad Avellino il 17 aprile 1960.

Enrico Pio Ardolino