Gemma Petrozziello
Nacque ad Avellino il 22 settembre 1888 da Vincenzo e Giovanna Galiano. Trasferitasi a Roma, qui compì gli studi e si laureò in Lettere nel 1915. Nel 1919 ottenne anche il diploma di Magistero e più tardi frequentò i corsi di Paleografia e diplomatica presso la Scuola dell’Archivio di Stato di Roma.
Insegnò come supplente di materie letterarie in diverse scuole medie di Roma dal 1915 al 1926. Negli anni della guerra, tra l’estate del 1916 e l’autunno del 1917, lavorò pure come avventizia alla Biblioteca nazionale di Roma. In qualità di sorella nubile di caduto di guerra chiese ed ottenne di essere assunta presso le biblioteche governative, venendo nominata il 1 luglio del 1926 bibliotecaria aggiunta presso la Biblioteca nazionale di Roma.
Nel 1929 partecipò al Congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia tenutosi a Roma e Venezia e l’anno successivo aderì alla neo costituita Associazione italiana biblioteche. In questi anni le sue mansioni riguardarono principalmente il tesseramento e l’assistenza alle sale di consultazione, venendo poi promossa dal 1 luglio 1932, per anzianità congiunta al merito, al grado di bibliotecaria.
Dal novembre 1933 venne trasferita alla Biblioteca Angelica e da qui, nell’aprile del 1936, alla Biblioteca di Archeologia e storia dell’arte. Il 16 agosto del 1938 fu promossa bibliotecaria capo per graduatoria di merito, venendo poi nuovamente trasferita presso la Biblioteca nazionale l’anno successivo. Su sua richiesta, dal 1 gennaio 1950, venne collocata a riposo.
Pubblicò tre raccolte di versi: Umili voci (1921), Varia (1923) e Commemorando la mia mamma (1938). Di impronta malinconica e intimistica, la poetica di P. è a tratti votata a questioni di natura esistenziale e religiosa, sebbene maggiormente sbilanciata su temi personali e autobiografici, spesso con toni diaristici. Assai ricorrente è la figura materna, con la quale P. visse sino alla morte, e alla quale è interamente dedicata la terza raccolta.
Morì a Roma il 27 luglio 1979.
Enrico Pio Ardolino