Seminario “Classi dirigenti e territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso italiano (1861-2015)” – Roma, 6 aprile 2017 – Immagini e report

Con l’incontro di giovedì 6 aprile, tenutosi presso la Biblioteca del Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche della Facoltà di Lettere dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, si è chiuso il ciclo di seminari di ricerca SISSCO su “Classi dirigenti e territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso italiano (1861-2015)”.
La giornata di studi ha fatto seguito agli appuntamenti tenutisi ad Avellino il 13 dicembre dello scorso anno e a Napoli il 23 febbraio scorso.

Il direttore del Dipartimento, Giovanni Solimine, ha sottolineato l’interesse con cui si è deciso di collaborare all’iniziativa, mentre il presidente del Centro Dorso, Luigi Fiorentino, ha invece evidenziato l’estrema attualità del tema e le sollecitazioni provenienti da un così ampio ventaglio di interventi.

Introducendo i lavori, Guido Melis ha messo in evidenza il progetto ambizioso che ha guidato questo ciclo di incontri, ripercorrendo uno degli aspetti tematici predominanti di questi seminari, ovvero il rapporto tra centri e periferie, e come la storia dell’Italia unita sia ripercorribile come una vicenda di “centri deboli e periferie diffuse”, in cui è possibile riscontrare una “lunga persistenza del locale”.

Ascoltando i dieci interventi che si sono succeduti nel corso della giornata, grazie ai contributi di Andrea Argenio, Saverio Luigi Battente, Flavio Carbone, Fabio De Ninno, Roberto Ibba, Jacopo Lorenzini, Andrea Marino, Marco Pignotti, Gianluca Scroccu ed Elena Vigilante, coordinati da Marco De Nicolò, Mario De Prospo e Antonella Meniconi, si è potuto riflettere, oltre che su una ricca serie di contributi di ricerche, sui principali nodi interpretativi forniti complessivamente, quali il già citato rapporto tra centri e periferie, il rapporto tra continuità e discontinuità, la maggiore presenza di alcuni particolari segmenti di classe dirigente e, allo stesso tempo, provare a rispondere alle domande sui motivi di alcune assenze, quali magistratura e sindacato. Problemi aperti, come ha rimarcato nella conclusioni, Antonella Meniconi, che ha messo in luce la ricchezza di approcci e le contaminazioni interdisciplinari emerse anche in questa ultima giornata e le tante problematiche, quali il rapporto con il lungo periodo, il riproporsi del tema della ristrettezza dell’accesso alle classi dirigenti, e i tanti altri aspetti che meriterebbero di essere approfonditi, a partire dal ruolo ricoperto dai corpi intermedi nella storia dell’Italia contemporanea e dai rispettivi gruppi dirigenti.

Il Seminario, coordinato dal Centro di Ricerca “Guido Dorso” e inserito tra i Seminari Sissco (Società italiana per lo studio della storia contemporanea), si è avvalso di un comitato scientifico composto da Giuseppe Ambrosino, Sabino Cassese, Marco De Nicolò, Mario De Prospo, Paolo Macry, Guido Melis, Antonella Meniconi, Marco Meriggi, Luigi Musella e ha avuto come partner la Società per gli studi di storia delle istituzioni e MaTrix – Laboratorio di storia, sociologia e scienza delle istituzioni.